Perché aspettiamo?
La prevenzione è l'insieme di azioni finalizzate ad impedire o ridurre il rischio, ossia la probabilità che si verifichino eventi non desiderati. (Wikipedia)
“La musica, soprattutto se appresa e ascoltata in epoca precoce (ci sono molti studi che oggi si riferiscono perfino all’ascolto in utero), può determinare l’ambiente culturale in cui il bambino si svilupperà: incide sulla sua futura cultura musicale, ma anche su aspetti neuropsicologici come lo sviluppo cognitivo. Le ultime ricerche, infatti, raccontano quanto la musica favorisca lo sviluppo in generale: offre ricchi stimoli sensoriali e, quindi, diverse memorie alle quali agganciarsi, laddove ci fossero dei problemi. Le “pillole sonore” che diamo durante le prime fasi di sviluppo tornano utili nella costruzione del linguaggio, nella categorizzazione dei suoni, nella formazione della memoria di movimento e in moltissimi altri aspetti."
LUISA LOPEZ - http://fondazione.radiomagica.org/journal/il-training-musicale-come-fattore-di-neuro-protezione: intervista a cura di A. Ermacora
DATI - ANALISI DEI BISOGNI
La dislessia è una difficoltà che riguarda la capacità di leggere e scrivere in modo corretto e fluente. Leggere e scrivere sono considerati atti così semplici e automatici che risulta difficile comprendere la fatica di un bambino dislessico. In Italia la dislessia è poco conosciuta benché si calcoli che riguardi il 3-4 per cento della popolazione scolastica (fascia della Scuola Primaria e secondaria di primo grado), si è constatato che non è causata da un deficit di intelligenza né da problemi ambientali o psicologici, né da deficit sensoriali o neurologici. Il bambino dislessico può leggere e scrivere, ma riesce a farlo solo impegnando al massimo le sue capacità e le sue energie, poiché non può farlo in maniera automatica e perciò si stanca rapidamente, commette errori, rimane indietro, non impara. La dislessia si presenta in quasi costante associazione ad altri disturbi (comorbidità): questo fatto determina però la marcata eterogeneità dei profili e dell'espressività con cui i DSA si manifestano, il che comporta significative ricadute sulle indagini diagnostiche. La difficoltà di lettura può essere più o meno grave e spesso si accompagna a problemi nella scrittura: disortografia (cioè una difficoltà di tipo ortografico, nel 60% dei casi) e disgrafia (difficoltà nel movimento fino-motorio della scrittura, cioè una cattiva resa formale, nel 43 per cento dei casi), nel calcolo (44 per cento dei casi). (Aidi)
Da qui l'esigenza di attuare un cambiamento dal punto di vista pedagogico con la necessità di una ridefinizione delle modalità di insegnamento.