Fare musica significa dare spazio al bambino di poter esplorare ..
Le testimonianze del giovane pedagogista Elena Massarelli 3°
Ognuno di noi possiede un’attitudine musicale (più comunemente riconosciuta con il talento), che è innata, ma se essa riceve gli stimoli adeguati può accadere che le nostre potenzialità siano sviluppate al massimo. Ed è questa la chiave dell’educazione musicale, attraverso cui l’obiettivo non è quello di far diventare tutti degli abili musicisti, piuttosto di poter far vivere un’esperienza musicale, che aiuterà da un punto di vista globale la crescita di un bambino.
Nei primi tre anni di vita fare musica significa fare delle azioni o proporre attività apparentemente semplici ma, come sappiamo, le cose semplici non sempre sono scontate e di facile attuazione:
Nella mia esperienza ho notato che se l’ambiente in cui stanno i bambini è perlopiù silenzioso, gli adulti parlano con voce pacata anche loro saranno propensi alla calma e al silenzio, viceversa se in un ambiente vi è un surplus di stimoli sonori, saranno maggiormente sovra eccitati anche i bambini.
C’è anche la voce..
Tra gli oggetti sonori, appunto, c’è anche la voce, che è uno strumento interessante per i bambini, attraverso la quale esplorano sé stessi e i suoni da loro prodotti che poi diventeranno linguaggio. Tramite la voce manifestano le loro emozioni, attraverso reazioni sonore, come il pianto e successivamente si aggiunge la comunicazione attraverso il movimento corporeo così la voce entra in relazione con il gesto. Quando si compie un gesto in relazione alla musica ne è coinvolto tutto il corpo: per i bambini la produzione di suoni è quindi, una connessione di gesti, che li spinge a muoversi, è, infatti, quasi impossibile far star fermi i bambini, soprattutto quando ascoltano la musica!
L’effetto motorio del suono sembra essere un vero e proprio riflesso spontaneo e la tipologia del movimento è dipendente dall'età: ad un anno, per esempio, la musica stimola il dondolio, la flessione delle ginocchia, la corsa, muovono le manine o producono tremolii corporei vari. Il gesto, nelle prime fasi della vita, è una reazione alla novità ben visibile nei piccoli con una pausa o un sorriso. Tale novità verrà ripetuta più volte perché produce sensazioni gradevoli e consolida uno schema senso-motorio, (queste ripetizioni si chiamano reazioni circolari).
La musica può costituire, inoltre, un momento ludico importante: il gioco è molto formativo per lo sviluppo del bambino, attraverso il quale prende coscienza di sé, del mondo circostante e delle persone con le quali entra in relazione. Il bambino giocando ed esplorando spontaneamente i suoni produce della musica e secondo le teorie di Fraçoise Delalande, un esperto in materia, viene considerato al pari di un musicista che esplora, sperimenta, ed improvvisa suoni con il proprio strumento. L’adulto inoltre può stimolare l’invenzione vocale dei bambini ma occorre un ambiente stimolante, deve rendersi disponibile al gioco e al dialogo cantato, tramite il sostegno di filastrocche o canzoni ed è molto importante pensare alla centralità del bambino e quindi è necessario lasciarlo esplorare e libero di esprimersi.
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